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L'arte della meditazione: mollare la presa in Autunno

Cosa vuol dire mollare la presa?

Forse significa solo rimanere dove si è,  lì presenti in un atteggiamento mentale particolare: restare lì rinunciando al controllo, rinunciando a trovare una soluzione al problema che ci si pone.

Tale modalità può essere spesso confusa con un atteggiamento passivo o di indifferenza.

Il dipinto di Pierre Puvis de Chavannes - La Speranza, mostra una ragazza giovane vestita di bianco con alle spalle qualcosa che si è sgretolato, seduta sulla roccia quale simbolo della solida Terra.

 

Se seguiamo il pensiero analogico prediletto dalla Medicina Cinese,  è evidente il richiamo all'energia del movimento Metallo: il bianco  colore luminoso, di luce intensa , abbagliante, rappresenta ciò che è puro, incontaminato; è il colore che prendono i capelli con l'età  designando i capi che il tempo ha reso saggi.

Il colore bianco in questo senso può dunque essere inteso come il colore dello Yin che avanza, del ritorno alla Terra che ha inizio. E qui le associazioni si moltiplicano: è il colore dell'Ovest quando il sole ritorna nella Terra  ( vedi la ragazza seduta sulla roccia);  il colore dell'autunno quando compaiono la brina e il gelo; è il colore delle ossa sbiancate che sono state sotterrate; è il colore della lama nuda che fa cadere le teste, o taglia le spighe mature.

L'Autunno assume valore di rientro in sè e possiede la caratteristica di richiamare l'energia all'interno, luogo prezioso dal quale attingere  nuova forza. 

Quando sopraggiungono delle difficoltà l'attitudine è quella  di risolverle il prima possibile, di  modificarle o di sfuggirle, dimenticando che a volte bisogna semplicemente smettere di agitarsi e dibattersi, rinunciando al nostro modo abituale di porci di fronte al dolore.

 

Ma allora se la soluzione non sta nell'azione bensì nell'attenzione, verso che cosa rivolgerla quando ci sentiamo bloccati o sopraffatti e abbiamo la sensazione di affondare in acque buie?

Iniziare dal respiro di fronte alle sofferenze o alle angosce,  può essere un modo per  portare la consapevolezza sulla sofferenza, per sentirla senza doverne per forza fuggire.

È rimanere lì, con quel dolore che a volte sentiamo  insopportabile, per poterne accettare la sua esistenza e scoprire in seguito ,che laddove il rimuginare solidifica pensieri e sensazioni spiacevoli, la piena consapevolezza li rende morbidi, come la fiamma di una candela ammorbidisce la cera.

Quando ci fermiamo per respirare consapevolmente, anche se tutto è doloroso intorno a noi, potremmo sentirci come dentro un rifugio sicuro.

 

In quel luogo sicuro nel quale entriamo attraverso la porta del respiro, possiamo attingere una forza vitale che ravviva la percezione.

E così l'Autunno ci invita a respirare, ad accogliere e lasciar andare, a trovare nuova ferza nel silenzio della nostra interiorità.

Respira nel dolore, respira nel naturale scorrere per lasciar andare senza fuggire scopri dove ti porta il respiro dell'Autunno!

 

Buona pratica

Laura Rubrianti

 

Liberamente tratto da" Dell'Arte della meditazione" e "Le 101 nozioni chiave della Medicina Cinese"


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